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ECCO I VINCITORI DEL CONCORSO PONTE FANTASTICO




L'UOVO E LA CUPOLA



Anno di grazia 1418 : a Firenze è indetto un congresso di architetti e di ingegneri d'ogni parte del mondo. Argomento del congresso: dare una cupola a Santa Maria del Fiore.
Tra gli altri, c'era anche Filippo Brunelleschi; in mantello, in cappuccio e in zoccoli, come sempre, modesto e poveraccio all'apparenza, ma pieno di idee e di grandi propositi.
Nessuno gli badò. E allora, quatto quatto, Filippo ripartì.
- Me ne vado a Roma; a Firenze, non so perché, nessuno mi vuole ascoltare: e sì che la mia idea l'ho detta, ed era così bella!



Intanto, mentre lui era a Roma, gli altri a Firenze davan la testa nei muri. Non c'era verso il trovare Il modo di “voltare” la cupola, come si sperava!
Qualcuno disse piano: - Eppure, Filippo Brunelleschi un modo ce l'aveva.
Qualche altro alzò la voce un po di più: - Si chiami Filippo Brunelleschi.
E Filippo fu fatto tornare.
Lo aspettavano ansiosi; gli parlarono . solennemente, gli dissero le difficoltà incontrate,
le prove fallite, le speranze deluse…
- Non c'è dubbio; - disse, grave, Filippo - le cose grandi sono sempre difficili, e questa è un'impresa da far tremare le vene e i polsi.Ma se penso che questa chiesa, che aspetta ancora il suo compimento, è consacrata a Dio e alla Madonna, ho fiducia che dall'alto venga ispirazione e coraggio all'opera.
Però non posso e non voglio cominciare nulla, così sui due piedi; tra un anno ritroviamoci qui; rinnovate l'invito agli architetti di ogni terra; ognuno porti, per quel momento, un suo bozzetto, un suo modello; ci sia una gara, ci sia pure una battaglia; si vedrà chi sarà il più degno! Non ho altro da dire.
Quelli che lo avevano richiamato a Firenze gli facevano ressa intorno.
- Non partire, Filippo! Resta qui! Prepara il tuo bozzetto subito, il tuo modello, faccelo vedere, fermati!
Ma Filippo un'altra volta partì. E a Roma si buttò, a corpo morto, a lavorare intorno al suo progetto segreto e tremendo: « voltare la cupola ».
Intanto in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Spagna erano giunti gli inviti agli architetti, e quelli si diedero a studiare e a preparare i loro modelli Finalmente nel giorno fissato, giunsero d’oltralpe e d'oltremare; e Filippo giunse da Roma.
Si radunarono, e ciascuno espose la sua idea nel più chiaro e nel più esteso dei modi .
Filippo aveva preparato il modello, ma lo teneva nascosto sotto il mantello; voleva vincere con le sole parole, con la sua persuasione, con la sua fede, e basta.
- E un pazzo! Un pazzo! - diceva la gente a sentirlo parlare, a sentirgli esporre la sua idea ardita di una cupola leggera, aerea, simile a una grande vela gonfiata dal vento ...
Ma Filippo non temeva, non tremava più. La sua idea lo confortava, lo esaltava. Ne era sicuro.
- Voi non credete a me, e io vi dico che saprò « voltare » la cupola, senza paura.
Impossibile! - urlava il più accanito degli architetti stranieri, spalleggiato da molti altri - Quello che tu proponi di fare è assurdo, come far star ritto un uovo su un piano di marmo!
Ti prendo in parola - rispose calmo e sicuro Brunelleschi. - Se io riesco a far stare ritto un uovo, vorrà dire che non mi sarà impossibile voltare la cupola; accetti la sfida?
E tutti accettarono, convinti che Brunelleschi ci avrebbe rimesso... l'uovo, e la cupola insieme.
Un artigiano corse a prendere una dozzina d'uova e le portò in adunanza; gli architetti gli si fecero intorno , ognuno si armò di un uovo, si gingillò provò e riprovò: invano. E Filippo,
ultimo tra tutti, prese l'ultimo uovo , con grazia, e gli assestò un colpetto: e quello restò in piedi , saldo e spavaldo, sul piano di marmo.
Oh, bella forza! - brontolavano e rumoreggiavano gli altri - Avremmo saputo farlo anche noi!
-Giusto; perché non l'avete fatto?
- Facci vedere il modello! Vogliamo vedere il modello! - gridavano vociando gli altri.
- Giustissimo; così, visto il modello è come aver visto l’uovo ritto: lo sapreste fare anche voi! - Ribattè Brunelleschi.
- A te, a te! - dissero i mille altri che avevano seguito la disputa - Spetta a te che sei il più degno!
E così la cupola fu affidata a lui; e oggi ancora si alza nel cielo di Firenze a parlare del suo geniale architetto, che per merito d'un uovo la «voltò».

Tratto da BURLE,TAVOLOZZE E SCALPELLI di Giorgio Vasari- Riduzione da “Le vite” di Giorgio Vasari a cura di Augusto Timperanza e Galante Garrone Fabbri Editori 1979